La Riforma della
Scuola non si decreta d'urgenza, ma va discussa con i sindacati e in Parlamento
insieme alla Legge d’iniziativa popolare per una Scuola della Costituzione, che
tantissimi docenti genitori e alunni, con l’avallo di ben 100 mila firme, hanno
discusso insieme e depositato in Parlamento.
La Riforma del
sostegno non si fa all'improvviso, portando in decreto legge, alternative
inutili e senza ravvisare l’utilità di un cambiamento. Abbiamo la legislazione
più avanzata del mondo in questo ramo. In Italia abbiamo osservatori che
arrivano da tutto il mondo, per studiare il nostro sistema integrato scuola –
sanità, che rappresenta il nostro fiore all’occhiello.
Il sostegno alle persone con disabilità e le figure dei docenti abilitati sulla
disciplina e poi specializzati, costituiscono per il nostro Paese (che non ama
se stesso evidentemente) il faro mondiale dell’integrazione.
Si è andati in
direzione sbagliata quando è stato tolto il docente specializzato all’alunno
DSA. Lo dimostra il fatto che nelle scuole si è dovuti ricorrere
all’inserimento in classe del DSA, insieme allo studente con disabilità, così
che il docente di sostegno aiuti anche lui.
E ancora si
rischia di andare in direzione sbagliata, quando si vuole fare la separazione
delle carriere, perché il docente non più intercambiabile, fa fallire il nobile
disegno dell’integrazione in classe.
Il docente di
sostegno non è stato concepito come una figura badante o come personale
sanitario che si specializza ulteriormente nelle singole disabilità. Il docente
specializzato sa bene che gli studenti con autismo, sono tutti diversi tra loro
e così tutte le altre disabilità presentano specificità, singolarità che
appartengono solo a quella persona, quindi perché andare nella direzione del
fallimento dell’obiettivo principale che è quello dell’integrazione in classe? Perché
snaturare il ruolo e la funzione principale del docente specializzato?
Nella scuola secondaria di secondo grado, durante il Governo Monti, è stata
avviata la soppressione delle aree di specializzazione (scientifica,
umanistica, tecnica, motoria) per favorire non certo l’apprendimento dei
ragazzi con disabilità i quali hanno diritto ad avere un “sostegno” competente,
come giustamente sostenuto nella sentenza n.245 del 26 gennaio 2001 del
Consiglio di Stato, ma solo per facilitare la mobilità dei docenti. Sarebbe
invece utile ripristinare le aree di competenza professionale.
Riformare il
sostegno con soluzioni che non hanno nulla di ragionato e all’insegna del
risparmio, con il rischio di eliminare una figura di altissimo profilo quale è
quella del docente specializzato in integrazione, arrecherebbe un ulteriore
danno alle scuole statali che, oggi, si
reggono in piedi da sole, senza l’aiuto dello Stato.