venerdì 20 febbraio 2015

Comunicato stampa docenti e alunni del Liceo Campanella contro l’imminente riforma della scuola annunciata dal premier Renzi



Una rappresentanza di docenti e alunni del Liceo “T. Campanella” di Lamezia Terme, esprime netta contrarietà alla Riforma della “Buona Scuola” di Renzi e Giannini. 
E lo fanno con uno scatto fotografico che li ritrae con in mano uno striscione in cui è scritto: “No alla Riforma Renzi, la Buona Scuola siamo noi”. 
Renzi ha più volte ribadito che il lancio ufficiale del Piano Scuola avverrà il 22 Febbraio e che, dopo questa data, si procederà con una decretazione d’urgenza per accelerare sulle innovazioni, ma questa Riforma è stata respinta più volte, nel nostro Paese, da docenti e alunni, sia in piazza e sia in sede collegiale. 
La Buona Scuola di Renzi non ha nulla di pedagogico.
 E’ solo una manovra economica che vuole mettere mano, per via legislativa, a materia di natura contrattuale, scavalcando appunto quei sindacati confederali che sono usciti sconfortati dalla riunione del 16 febbraio al MIUR con la Ministra Giannini. 
Infatti, l’orario dei docenti, gli stipendi bloccati, gli scatti negati, la discriminazione dei docenti da dividere in categorie, la riforma del sostegno che punta ad eliminarlo, il DS Manager, i precari da arruolare a condizioni dubbie, il merito senza incentivi, l’intervento finanziario dei privati, sono tutti argomenti di materia contrattuale da affrontare in sede sindacale e non a colpi di maggioranza. 
Tutto all’insegna dei tagli e della spending review, fuorchè quello di cui ha veramente bisogno la Scuola Statale Pubblica. 
La Scuola invece, come è emerso dalla recente inchiesta condotta dalla trasmissione Presa Diretta, ha bisogno dei fondi di funzionamento delle scuole con il saldo del debito che lo Stato ha con le scuole per coprire i buchi di bilancio. 
Per questi motivi docenti alunni e genitori hanno depositato in Parlamento, per la seconda volta, la ormai nota LIP (legge d’iniziativa popolare) che propone una Scuola alternativa a quella di Renzi, che però viene costantemente ignorata, poichè costringe lo Stato ad investire in Istruzione. 
Il Premier Renzi punta inoltre all’inserimento dei privati che diventano sponsor, a scapito della qualità della didattica. 
Insomma trattasi della Troika, applicata all'Istruzione, quando avremmo preferito invece un decreto legge d’urgenza che riguardasse la corruzione e non quello che è realmente, il colpo finale da assestare alla Scuola, alle nuove generazioni e alla cultura.