Il movimento docenti autoconvocati di Cosenza e il collettivo
"Insegnanti calabresi" rispondono all'intervista dell'ispettore Fusca
che ha decantato la riforma della scuola.
Ecco il comunicato stampa
Sulle
pagine del quotidiano "La Provincia" di ieri, 9 agosto 2015, il
giornalista Emanuele Armentano intervistava l'Ispettore Miur Francesco Fusca, intorno alla legge 107/2015 di riforma della
scuola. Senza sollevare alcun dubbio o perplessità, l'ispettore delineava un
futuro di certezze e miglioramenti per
la scuola pubblica italiana, grazie ai contenuti della legge approvata, con
voto di fiducia, agli inizi dello scorso mese di luglio.
Innanzitutto
vorrei discutere della fiducia, appunto. Se un governo pone la fiducia non si fida della sua stessa
maggioranza e allora qualche domanda bisognerebbe porsela. Inoltre, la prassi
costituzionale suggerisce un uso necessario in talune circostanze di tale
strumento, magari per questioni che ledono l'essenza stessa dell'orientamento
politico del governo, non sistematico
come i governi ormai sono avvezzi a fare
. Diciamo pure che il governo ha imposto la propria volontà e non ha permesso
il confronto sugli emendamenti. Non ha neanche tenuto conto di mesi di lotta da
parte della scuola tutta, con adesione di massa ai diversi scioperi indetti. Ha imposto la propria volontà e
quella degli interessi sottesi a questa riforma.
I
docenti precari che potrebbero entrare
in ruolo, "senza furberie", come dice Fusca, sono stati sfruttati da
quello stesso stato che li avrebbe dovuti difendere. Dopo decenni di precariato,
lo scorso 26 novembre 2014, la Corte di giustizia europea ha dato ragione ai
precari storici affermando, in una sentenza epocale, che gli stessi, dopo 36
mesi di reiterazione dei contratti, hanno diritto ad essere assunti. Questo è
il vero motivo per cui è stata decisa tale assunzione, perchè molti avrebbero
avuto diritto a risarcimenti non indifferenti. Il governo si è subito
attrezzato e così, per tentare una rinuncia di massa, i più dovrebbero essere
assunti su una graduatoria nazionale, laddove si troverà un posto grazie ad
un cervellone informatico che li
collocherà a random, ossia a caso. Quindi,
docenti che per anni hanno atteso di essere immessi nelle loro province, senza
spostarsi mai per evidenti esigenze
personali e familiari, si vedono ora "deportati" altrove, non si sa dove. Entro dieci giorni dalla
proposta di assunzione dovranno accettare o rifiutare, con la consapevolezza
che verranno retribuiti con 1300 euro al mese e che quasi certamente non
torneranno a casa nei prossimi anni. L'alternativa sarà restare nelle
graduatorie, disconoscendo il proprio futuro. Quindi la scelta sarà tra il
proprio lavoro, a cui ci si è dedicati per anni, e la propria famiglia.
La
Card docente di 500 euro, da utilizzare per la formazione e l'aggiornamento,
prevista dalla legge, di cui parla l'ispettore, ha sollevato non poche
perplessità, soprattutto se si rileva il mancato rinnovo contrattuale atteso da
7 anni e l'accorpamento dei primi due
scatti stipendiali. Molti l'hanno assimilata agli 80 euro di aumento, di cui
Renzi ha fatto dono a pochi fortunati, si fa per dire. Se si pensa poi che questa card ha già fatto risvegliare
gli interessi di associazioni ed università che ora immaginiamo cosa potrebbero
essere capaci di proporre, la riflessione si fa ancora più profonda. Speriamo che la gestione della stessa possa
essere chiara, senza dar adito a possibili "interpretazioni libere"
nel suo utilizzo. La formazione comunque già esiste e dovrebbe saperlo l'Ispettore, visto
che molti di quei corsi in cui i docenti si formano sono tenuti proprio da lui.
I docenti con una coscienza, studiano, leggono, si aggiornano, frequentano
corsi. Il problema sarebbe forse coltivare le loro coscienze, ma questo
riguarda tutte le categorie di lavoratori, e non credo lo si potrà fare con una
card.
In
base a quali criteri poi il Dirigente scolastico sceglierà i docenti, possibile
che l'ispettore non sia toccato da un dubbio sull'abuso che potrebbe scaturire
da tale libertà? Il preside sceglie i
docenti, stabilisce il Piano dell'offerta formativa, con la libertà di
insegnamento a grave rischio, e valuta i docenti con un comitato a cui
partecipano le componenti genitori ed alunni, quindi chi verrà valutato poi
valuterà a sua volta e ci chiediamo quali potrebbero essere i risvolti di una
simile situazione, certo non faticando a
comprenderlo.
La
continuità scuola-lavoro, di cui l'Ispettore parla, facciamo fatica ad
immaginarla, piuttosto crediamo che l'obbligatorietà dell'alternanza
scuola-lavoro leda fortemente il diritto allo studio degli alunni e doveva per
questo essere facoltativa, non obbligatoria. Si delinea infatti un tentativo di
sfruttare il lavoro degli alunni a costo zero, con l'illusorietà che una simile
esperienza apra migliori prospettive lavorative, qui al Sud poi vorremmo capire
dove e come.
infine
la possibilità di fare donazioni, con un Credito di imposta pari al 65% nella
dichiarazione dei redditi, vuol dire che se ho la possibilità ti farò dono di
100000 mila euro, ad esempio, 65 dei quali mi torneranno indietro e intanto, da
privato, entro nella scuola pubblica e detto regole in cambio dei soldi che ti
ho elargito.
I
genitori che faranno frequentare ai propri figli la scuola privata potranno
godere di una detrazione Irpef del 19% , quindi una elargizione che la stessa
Costituzione vieta all'articolo 33 "... Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed
istituti di educazione, senza oneri per lo Stato".
In
tutto questo il Sud pagherà un prezzo altissimo.
E
allora concedetici il diritto di replica e il "diritto alla
resistenza" all'ingiustizia e se la distanza tra coscienze e leggi
aumenta, proporzionalmente è necessario che
cresca il diritto a resistere.
Benvenuti
nella "Buona Scuola"!
Prof.ssa
Lara Nocito
Movimento
Docenti Autoconvocati di Cosenza.
Collettivo
Insegnanti Calabresi