I media stanno facendo di tutto per
oscurare la notizia, sono davvero pochi gli italiani consapevoli che il
17 aprile si voterà per decidere se abrogare il comma 17, terzo periodo,
dell’articolo 6 del dlgs n. 152 del 2006 che consente alle imprese di
estrarre gas e petrolio per la durata di vita utile del giacimento,
quindi per altri decenni.
Con la vittoria del SI non si potranno rinnovare le concessioni per l’estrazione di gas e petrolio alle imprese proprietarie di piattaforme entro le 12 miglia dalla costa.
Con la vittoria del SI non si potranno rinnovare le concessioni per l’estrazione di gas e petrolio alle imprese proprietarie di piattaforme entro le 12 miglia dalla costa.
Perchè siamo favorevoli al SI, contro le trivelle:
1. è noto che il processo di estrazione
determina inquinamento dei mari: le cozze da piattaforma, regolarmente
vendute, ad esempio, contengono cadmio e benzene, sostanze altamente
cancerogene (dati di Greenpeace)
2. il ricorso all’airgun (aria compressa
sparata con violenza sui fondali) provoca danni diretti e indiretti a
specie marine come cetacei, tartarughe, pesci (in Norvegia per questo
motivo nelle zone in cui avviene questa pratica la pesca è calata del
70%)
3. in caso di incidente, i danni
sarebbero irreparabili, vista anche la grandezza relativa del Mar
Mediterraneo ed in particolare dell’Adriatico (per il quale bisogna
considerare anche il basso fondale). Qualcuno ricorderà la Deepwater
Horizon, la piattaforma petrolifera del Golfo del Messico, di proprietà
della BP, che nel 2010 causò uno tra i più gravi disastri ambientali
degli ultimi anni. Ma gli esempi simili sono numerosi…
4. le estrazioni equivalgono, come resa, a
solo poche settimane di consumi nazionali, con royalties più basse
d’Europa… Insomma alti rischi a fronte di scarsi guadagni. In parte del
mondo sviluppato hanno capito che sono le energie alternative il futuro e
ci si prodiga ad incentivare la sperimentazione e l’attuazione di
sistemi ecocompatibili. In Italia, anche semplicemente fare ricorso ai
pannelli solari è diventato un problema spesso insormontabile…
Ed esistono i problemi legati ai costi, alla subsidenza, al turismo o ancora alla politica e ai naturali interessi delle lobby;
In occasione del referendum contro la privatizzazione dell’acqua pubblica e il nucleare fu tentata la stessa strategia di oscurantismo dei mezzi di informazione e uno straordinario movimento dal basso riuscì a “bucare” il nero mediatico e a raggiungere milioni di persone.
In occasione del referendum contro la privatizzazione dell’acqua pubblica e il nucleare fu tentata la stessa strategia di oscurantismo dei mezzi di informazione e uno straordinario movimento dal basso riuscì a “bucare” il nero mediatico e a raggiungere milioni di persone.
Non vi è dubbio che gli interessi siano
alti, che si tratti di contrastare imprese forti, ben radicate nel
sistema politico e mediatico. Diranno che la vittoria del SI creerà
disoccupazione e un danno all’economia dello Stato che dovrà importare
energia dall’estero…. Dicevano le stesse cose per il nucleare, siamo
sopravvissuti…
Domenica 17 Aprile, dalle 7 alle 23,
andiamo a votare. Bisognerà raggiungere il quorum (50% più uno degli
aventi diritto). Diamo una svolta a questo Paese e proteggiamo il mare,
la risorsa più bella che abbiamo…