I docenti “Partigiani della Scuola Pubblica” invitano tutti
a votare SI al Referendum “no triv” del 17 aprile 2016 che si terrà in tutta
Italia per contrastare l’accordo del Governo Italiano con le multinazionali
americane petrolifere che perforeranno i nostri mari alla ricerca del petrolio.
Il quesito referendario
del 17 aprile riguarda le trivellazioni nei mari italiani entro le 12 miglia
dalla costa e ha l’intento di scongiurare: l’inquinamento marino,il rischio sismico
e la subsidenza costiera, che ne derivano.
Infatti proprio ieri 4
marzo, i docenti hanno ufficializzato pubblicamente l’adesione ai Comitati che
in Italia si sono costituiti a sostegno della campagna per il referendum “No
Triv”, nell’ambito dell’incontro con il coordinamento nazionale NO TRIV ,
presso il Parco Peppino Impastato di Lamezia Terme.
Il quesito referendario che sarà sottoposto agli elettori il 17 aprile
prossimo riguarda solo la durata delle trivellazioni già in atto entro le 12
miglia dalla costa, e non riguarda le attività petrolifere sulla terraferma, né
quelle in mare che si trovano a una distanza superiore alle 12 miglia dalla
costa, che saranno oggetto di un’ulteriore consultazione popolare, per cui la
raccolta di firme potrebbe partire il 18 aprile.
Pertanto noi docenti
abbiamo ribadito il nostro impegno
referendario immediato per il 17 aprile e abbiamo chiesto al Coordinamento
nazionale, rappresentato dal cofondatore Enzo Di Salvatore, la possibilità di associare il tema referendario delle
trivelle a quello contro la “Buona Scuola” di Renzi per il prossimo anno.
Ricapitolando, il 17 aprile si va
tutti a votare “SI” per dire no alle trivellazioni nel Mediterraneo entro le 12 miglia dalla costa.
I Partigiani della Scuola Pubblica
prenderanno parte attiva alla campagna referendaria per liberare i mari dal
pericolo delle inquinanti estrazioni petrolifere con metodi altamente lesivi
della flora e della fauna del Mediterraneo e della salute dei consumatori dei
prodotti ittici del nostro mare.
L’impegno dei Partigiani della Scuola pubblica
si inquadra nella necessità di difendere la cittadinanza dai continui attacchi
che questo Governo fa agli interessi del Paese, questa volta in termini di
sviluppo sostenibile. Non si può ipotecare la salute dei cittadini, la biodiversità
mediterranea, l’ecosistema e il turismo in cambio di poche gocce di petrolio
che non costituiscono certo la prospettiva salvare il PIL, viene fatto di
domandarsi cosa ci sia dietro tanto accanimento contro il Mediterraneo. Infatti
l’azione del governo non si ferma qui. Ovviamente, a brevissima distanza dalle elezioni
amministrative, ma prima di queste, viene
fissata la data per il Referendum chiesto da ben 10 Regioni, a fronte delle
cinque necessarie. Il Governo ha preferito stanziare 400 milioni di euro, pur
di ostacolare il raggiungimento del quorum, con l’escamotage di non far votare
per il referendum nella stessa sessione delle amministrative, confidando nella
stampa ben pagata (ricordiamo lo stanziamento di oltre 100 milioni di euro per
salvare l’editoria in crisi) e nei media compiacenti perché il silenzio
dell’informazione favorisca la causa della speculazione.
Ebbene
nelle scuole i Partigiani della Scuola
Pubblica si faranno carico di compensare queste “mancanze” informando gli
studenti dei rischi dell’inquinamento sul loro futuro e su quello dell’ambiente
in cui vivono, affinché imparino a difendere il loro patrimonio e ad amare il
loro Paese e tutte le specie viventi, perché anche economicamente il
Mediterraneo è una risorsa che può essere fruita, tra l’altro, oltre che in modo
salutare anche in modo molto più economicamente vantaggioso se integra e pulita
e chi non lo intende evidentemente o ha la vista corta o
ha le mani lunghe.
Partigiani.psp@gmail.com