I “Partigiani della Scuola
Pubblica” chiedono ai sindacati firmatari il 25 gennaio degli accordi
sulla mobilità di dare pubblicazione integrale dei contenuti di quanto
hanno sottoscritto, per nulla chiari dai resoconti finora pervenuti.
Pretendiamo tutti maggiore trasparenza e un minimo di proiezione da
parte dei protagonisti di quella che riteniamo una dichiarazione di
rinuncia alla lotta per l'indipendenza della classe docente da
qualsivoglia forma di condizionamento politico o di potere. Vogliamo
sapere cosa ci aspetta, cosa si é inteso salvaguardare con questo
accordo, quali prospettive ci sono di non subire il ricatto della
chiamata diretta di qui innanzi, con quale scopo hanno firmato accordi
portandoci un passo avanti nel recinto che prelude alla morte della
libertà d'insegnamento, tenendo conto che in quella sede istituzionale
si sono espressi anche per chi non li ha delegati, anzi li aveva
espressamente e reiteratamente diffidati! Perché, ricordiamo, la
mancanza di condizionamento nell'insegnamento é il principio che
salvaguarda la validità dei titoli di studio e la valorizzazione del
merito!
Le notizie che circolano in merito all'accettazione
dell'ipotesi di contratto sulla mobilità del personale docente della
scuola pubblica sono raccapriccianti.
Seppure in forma articolata, passa il principio sancito nella famigerata riforma L. 107 / 2015: mano libera ai presidi negli ambiti territoriali. Non si può ignorare che l'accettazione di quel principio implica che i sindacati hanno rinunciato a portare fino in fondo la lotta contro la Riforma. Inizia a concretizzarsi l'obiettivo politico della legge 107 /2015 : il controllo politico dell'intera categoria docente. Delude e sconcerta la capitolazione dei sindacati, in particolare della CGIL: il sindacato dello sciopero antifascista proclamato dal CLN il 25 aprile 1945, dello sciopero contro il governo Tambroni del 1° luglio 1960, nel gennaio del 2016 non può firmare la resa al governo Renzi che ha preso d'assalto la democrazia e la costituzione repubblicana frutto della lotta di Resistenza.
Seppure in forma articolata, passa il principio sancito nella famigerata riforma L. 107 / 2015: mano libera ai presidi negli ambiti territoriali. Non si può ignorare che l'accettazione di quel principio implica che i sindacati hanno rinunciato a portare fino in fondo la lotta contro la Riforma. Inizia a concretizzarsi l'obiettivo politico della legge 107 /2015 : il controllo politico dell'intera categoria docente. Delude e sconcerta la capitolazione dei sindacati, in particolare della CGIL: il sindacato dello sciopero antifascista proclamato dal CLN il 25 aprile 1945, dello sciopero contro il governo Tambroni del 1° luglio 1960, nel gennaio del 2016 non può firmare la resa al governo Renzi che ha preso d'assalto la democrazia e la costituzione repubblicana frutto della lotta di Resistenza.