“Gli Insegnanti calabresi- PSP Partigiani della Scuola Pubblica
replicano al Sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone che definisce
i docenti contrari alla Riforma ‘pochi irriducibili’ e ‘ultimi
giapponesi’. La notizia dell'arrivo di Faraone è giunta nelle scuole
sabato mattina, non pubblicizzata, cosicché l’incontro si è svolto alla
presenza di un pubblico selezionato e compiacente. I docenti hanno
appreso dal Lametino e dal tg3 dell’approdo in Calabria del vertice istituzionale,
intenzionato a conferire a porte chiuse con Dirigenti scolastici e
funzionari dell'USR al riparo da qualsiasi possibile ed inevitabile
forma di contestazione. Proprio venerdì scorso, 13 novembre, la città di
Lamezia Terme, così come altre della Calabria, è stata scenario di un
corteo studentesco e di un ennesimo sciopero contro la Riforma.
Nello stesso giorno è stato consegnato ai prefetti delle 5 province
calabresi un documento di sfiducia alla Legge, evento verificatosi
contemporaneamente in altre 20 città sul territorio nazionale. Ancora
una volta, gli Insegnanti Calabresi devono constatare che il governo
Renzi non smentisce la sua politica delle 3 d: disinformazione,
disoccupazione e debito. É lecito domandarsi dove avrà il
sottosegretario Faraone raccolto le opinioni favorevoli alla riforma tra
i docenti. Forse gli risulta che qualcuno di essi si sia espresso a
favore degli ambiti territoriali in cui i soprannumerari finiranno per
essere soggetti al reclutamento arbitrario per chiamata diretta? Forse
qualcuno di loro é contento di ottenere un'elemosina per gentile
concessione governativa per la formazione, anziché l'adeguamento ISTAT
dello stipendio scaduto da 6 anni? Forse esiste un solo docente in
Italia soddisfatto di dover asservire la propria libertà di insegnamento
sancita dalla Costituzione ad una logica di mercato gestita da un
Dirigente plenipotenziario indirizzato da uno o più imprenditori che
finanziano l'offerta formativa della scuola? Forse esiste un docente
felice della certezza di perdere nel giro del prossimo decennio la sede
di titolarità, e di vedere un contratto a tempo indeterminato
trasformarsi in un contratto triennale rinnovabile ? O forse esiste
qualche docente della scuola dell’infanzia felice che questa venga
cancellata e assimilata a quella privata? Ebbene la risposta non può che
essere una per tutti, tranne che per Faraone, che ha scambiato la
quiete sindacale per acquiescenza della categoria, così come confonde il
sistema clientelare che si profila nella scuola con questa riforma, con
quello meritocratico. D'altra parte, ciò non può stupire, visto il
curriculum vitae del sottosegretario del MIUR”.