Riteniamo abbastanza condivisibili le osservazioni emerse dall’assemblea regionale della Cgil-flc tenutasi il 24 settembre a Lamezia Terme. Due i concetti chiave: rinnovo del contratto e appello alla mobilitazione unitaria.
Il segretario regionale Gianfranco
Trotta ha ribadito che la nostra Regione ha perso una occasione nel non
approvare la mozione di incostituzionalità presentata dai comitati degli
insegnanti, e lancia subito un appello all’unità per affrontare l’attuale fase
di contrasto della riforma. Rilancia subito l’appello alla mobilitazione del 24
ottobre, con manifestazioni regionali. Un appello anche allo sciopero generale
del pubblico impiego con manifestazione a Roma.
Subito dopo è intervenuta la Prof.ssa Rosanna Basso sia come iscritta della Cgil, ma anche come rappresentante
degli “Insegnanti Calabresi- PSP
Partigiani della Scuola Pubblica”.
Ha Evidenziato subito le criticità della 107, si
sofferma sulla disparità dei contratti, sulle pseudo-soluzioni del precariato,
sulla libertà di insegnamento, sulle scuole di serie A e di serie B, sulle
deleghe in bianco e decreti attuativi. Lamenta il fatto che siano state
ignorate tutte le manifestazioni e gli scioperi finora fatti. Occorre quindi
coesione fra i lavoratori della scuola per dare più forza alla protesta. In
rappresenta dei collettivi, ai quale dà voce, passa alla lettura della nostra mozione, nella quale si richiede lo
sciopero generale, l’attuazione di ogni forma di opposizione alla legge e la
costituzione dei comitati di lotta nelle scuole allargate all’esterno.
Anche Rocco
Tassone si presenta nella doppia veste di iscritto al sindacato e portavoce
dei docenti autoconvocati calabresi.
“Jobs-act, trivelle, riforma elettorale,
questo il clima nel quale è nata la legge di riforma della scuola 107. Per
trasformare la scuola in una struttura sterile, per indottrinare i futuri
servi. La legge è inemendabile. La nostra legge di riforma è la LIP”.
Questo il messaggio che porta all’attenzione dell’assemblea. Rilancia la
necessità delle organizzazioni di base per la manifestazione del 24 ottobre. Auspica
anche lo sciopero nella stessa giornata, per consentire a tutti di partecipare.
Uno sciopero quindi politico di tutte le categorie.
Elisa Gambello della federazione
di Reggio Calabria chiama al rispetto delle contrattazioni unitarie, gli altri sindacati. Un sollecito a
tutti nella stesura di un documento unitario e che impegni ad organizzarsi e a
rimanere coerenti e responsabili.
Le assemblee sindacali continueranno con l’invito alla
partecipazione dei comitati degli autoconvocati.
Pino Assalone, della federazione
di Cosenza avverte che in gennaio è partita la riforma della scuola tedesca
della Merkel che rivede i criteri di reclutamento degli insegnanti introducendo
il criterio della competitività con contratti annuali riconfermati sulla base
del rendimento e della produttività. Sarebbe dunque questa la direzione verso
la quale è orientato anche il nostro governo. Abdicato il diritto alla lotta,
anche i mass-media si sono scagliati contro. Non basta l’assemblea, ma deve
esserci la discussione ovunque, anche nei corridoi delle scuole per avviare i
processi di socializzazione della lotta.
Ha concluso Mimmo
Pantaleo, segretario nazionale della FLC Cgil Scuola e ha annunciato le
cose da fare con un tema ben preciso “la
democrazia” e iniziative dentro e fuori la scuola. Avverte che è in atto un
attacco al diritto di assemblea e di sciopero, unita alla riforma
costituzionale con un attacco alla Costituzione, perché troppo avanzata. Una
tendenza ad isolare il lavoratore anche col jobs-act, con cui le aziende
lucrano. Ricorda la sentenza con cui la
Corte Costituzionale si è pronunciata positivamente anche sul ricorso promosso
dalla Federazione contro il blocco dei contratti di lavoro del pubblico impiego
perchè “i lavoratori pubblici hanno il
diritto all’uguaglianza pertanto il contratto va rinnovato”. La
confindustria vuole bloccare i contratti per abbassare i salari. Definisce
quindi qual è il Contratto a cui si ambisce, che restituisca il salario, e che
non sia legato alla produttività, ma rappresenti una valorizzazione reale. Un
Contratto che stabilisca regole chiare sugli orari poichè la 107 toccherà anche
gli orari. Ma anche trasparenza, poiché la legge prevede che tutte le norme che
vanno in contrasto con essa vengano abolite. Ora si è nella fase di bloccare gli effetti della legge.
Si sofferma anche sulle scuole dell’infanzia, che questo disegno intende
cancellare, segnale chiaro è il fatto che non sia previsto alcun organico di
potenziamento per questo ordine di Scuola
Ma ci chiediamo noi: A quanto ammonta il mancato adeguamento del contratto
collettivo ai costi della vita? A quanto ammonta lo scippo, che i governi
succedutisi, hanno continuato a perpetrare nei confronti del pubblico impego?
La risposta è questa: un miliardo di euro in tre
anni.
E mentre lo stipendio degli insegnanti sta subendo una
continua perdita del potere di acquisto, con una decurtazione annua di circa 1000 euro netti per ogni lavoratore, il governo elemosina 500 euro per la
formazione-aggiornamento, che dovranno essere spesi secondo precisi
criteri, e restituiti se non vengono debitamente rendicontati entro agosto
2016.
Una cifra di fatto irrisoria per sopperire ai mancati
aumenti di tutti questi anni di contratto non rinnovato, che hanno dato luogo ad una una sottrazione
sistematica e persistente di salario, tale da essere ora i docenti più sottopagati d’Europa.
Ma i nostri sindacati forse avrebbero potuto fare di
più prima, per evitare di trovarsi ora “nella
fase di contrasto alla riforma con ogni mezzo ed in ogni luogo”.
Lamezia, 24 settembre 2014