mercoledì 16 luglio 2014

Stato d’assedio a Montecitorio

Dopo l’assemblea dei docenti aperta ai Parlamentari, tenutasi l’11 luglio a Cosenza, gli Insegnanti calabresi di ruolo e precari, Coordinamento difesa della conoscenza, Docenti contro la Legge Aprea hanno partecipato al sit in a Montecitorio a Roma, organizzato dai docenti autoconvocati romani, con una propria delegazione partita da Cosenza e da Lamezia Terme. 
Questa iniziativa era accompagnata da altre simili in diverse città d’Italia, tra cui: Torino, Genova, Bari, Milano, Modena. 
Alla mobilitazione romana erano presenti delegazioni provenienti da tutta Italia di docenti precari e di ruolo, nonché di studenti, numerose sigle sindacali di base, la CGIL. 
Era inoltre presente la giornalista del Fatto Quotidiano Marina Boscaino, di cui si è apprezzato il chiaro intervento al megafono. 
Massiccia, e al contempo inopportuna, anche la presenza delle forze dell’ordine con l’intervento di agenti e carabinieri intervenuti da diverse città d’Italia, che ha ingenerato la preoccupazione che gli insegnanti potessero essere, men che mai, “sovversivi e pericolosi”. 
Questo sit in a Montecitorio si è svolto in contemporanea a quella che doveva essere la presentazione del Piano Reggi a Montecitorio e il debutto in società, prevista per il 15 luglio e poi slittata a data da destinarsi. 
E' opportuna, per come è stato ribadito anche in piazza, una unità in base a comuni istanze di lotta: contro la proposta Reggi-Renzi senza se e senza ma. 
Nessuna trattativa ma solo opposizione a questo scellerato piano. La lotta che deve partire da chi vive la scuola, studenti e lavoratori. 
Questo presupposto deve valere soprattutto per quei sindacati confederali che tentennano e dimostrano ambiguità: non basta la presenza in piazza, non basta un comunicato di solidarietà, non devono mai e poi mai trattare con questi signori, solo opposizione fino al ritiro totale di questo piano. 
Il nuovo Piano Scuola del sottosegretario all’Istruzione Reggi, rivelato da quest’ultimo il 3 luglio al giornale Repubblica, prevede l’aumento delle ore lavorative fino a 36 ore di servizio, il cambio dello stato giuridico dei docenti, il taglio di 1 anno delle scuole superiori, l’introduzione dei privati attraverso il ddl Aprea Ghizzoni e la riforma degli organi collegiali, la cancellazione delle graduatorie d’istituto, la valutazione attraverso l’Invalsi e il conferimento dei pieni poteri al Dirigente scolastico che dovrebbe selezionare i docente preposti al “merito”. 
I docenti si oppongono perché: 
- l’aumento delle ore lavorative fino a 36 ore di servizio, manderebbe in esubero, secondo una stima sindacale, circa il 60% dei docenti di ruolo;
- il taglio di 1 anno delle scuole superiori non ha nulla di pedagogico, se non un risparmio stimato da Reggi in 1,5 miliardo di euro, grazie all’eliminazione di 100 mila cattedre, con un progressivo svilimento della qualità della didattica; 
- il ddl Aprea Ghizzoni contenente la riforma degli organi collegiali, aprirebbe le porte ai privati, eliminerebbe la rappresentanza degli insegnanti, degli studenti e dei genitori e inficerebbe la qualità della didattica, così come accade nelle scuole private, altrimenti dette, diplomifici;
- la cancellazione delle graduatorie d’istituto che, secondo una stima di Reggi, porterebbe alla scomparsa di mezzo milione di precari e aspiranti supplenti; 
- la valutazione attraverso l’Invalsi è inefficiente in quanto la preparazione di uno studente non si rileva solo dai quiz e dalle crocette; 
- il cambio dello stato giuridico del docente, perché privatizza e precarizza il rapporto di lavoro;
- il conferimento dei pieni poteri al Dirigente scolastico, dovrebbe selezionare, a sua discrezione, i docenti preposti al “merito”, cosicchè il diritto e il merito verranno sostituiti dall'arbitrarietà di qualcuno che sarà libero di assumere e licenziare. 
I docenti hanno tentato di congiungersi alla manifestazione che si stava svolgendo in contemporanea in Piazza delle cinque Lune, sempre a Roma, contro l’abolizione del Senato e contro le modifiche alla carta costituzionale che, con la riforma del Titolo V, scardinerebbero anche il sistema Scuola Statale. 
La Polizia, però, in stato d’assedio ha chiuso le uscite, impedendo il passaggio del corteo pacifico, suscitando lo sdegno dei presenti che hanno urlato contro quest’incredibile azione di chiusura, tipica dei regimi. 
Alla luce delle manifeste e morbose attenzioni del Governo sulla Scuola, finalizzate ai soli tagli, chiediamo anche il ripristino degli scatti stipendiali, il rinnovo del contratto collettivo di lavoro e il ritiro del Piano Reggi e del DDL Giannini, depositato alla Camera il 9 luglio 2013 e identico, nella sostanza e nella forma, al Ddl Aprea. 

Insegnanti calabresi di ruolo e precari 
Coordinamento difesa della conoscenza 
Docenti contro la Legge Aprea