lunedì 26 novembre 2012

Il Coordinamento Docenti Lametini interviene sulle dichiarazioni di Monti

In merito alle ultime esternazioni del premier Monti nel corso dell’intervista di Fabio Fazio alla trasmissione “Che tempo che fa”, il coordinamento docenti di Lamezia Terme interviene decisamente per respingere al mittente le falsità e le offese agli insegnanti della Scuola Pubblica Italiana.
Accusati di corporativismo, di strumentalizzazione degli studenti, fatti passare come coloro che, in questo particolare momento di sacrifici per il paese, si sono chiusi a riccio a difesa di presunti privilegi di categoria, vogliamo esprimere la nostra indignazione.
Innanzitutto il premier Monti dimostra di essere disinformato riguardo alla questione dell’aumento dell’orario, inserito nella Legge di Stabilità.
Il “Professore” ha ridotto quello che era un vero e proprio colpo di mano, in barba alla contrattazione collettiva di lavoro, ad una incomprensibile lite per 2 ore, quando invece la proposta era di innalzare a 6 ore l’orario settimanale, praticamente di un terzo di quello svolto attualmente.
Il Premier ignora, cosa inammissibile, i termini della questione o, piuttosto, ha parlato in malafede?
Vogliamo ricordare che un’operazione del genere, se fosse passata, ma temiamo che sia solo rinviata, avrebbe comportato la perdita di oltre 100 mila posti di lavoro, tra personale di ruolo e personale precario.
 Ma non è solo questo il problema, giacché in tali proposte unilaterali è implicito il disprezzo e la totale sottovalutazione del lavoro dei docenti che, è bene rammentare, ne svolgono uno sommerso forse in misura superiore a quello curriculare.
Sul corporativismo, ci giunge veramente nuovo che noi saremmo una categoria arroccata a difesa di vantaggi, dal momento che è arcinota la miseria degli stipendi percepiti dai docenti italiani rispetto ai colleghi europei a parità di orario di lavoro, nonché le difficili condizioni di lavoro in classi paragonabili spesso a stie, in cui vengono stipati inverosimilmente numerosi alunni, in laboratori antesignani, in edifici privi delle più elementari norme di sicurezza, inadeguati strutturalmente e dal punto di vista della vivibilità.
 Sulla strumentalizzazione che noi eserciteremmo sugli alunni, rigettiamo indignati questa accusa che offende noi e i ragazzi.
I docenti hanno il dovere di aiutare gli studenti a formarsi una coscienza critica per divenire cittadini consapevoli e partecipi. Inoltre, tra i giovani italiani ci sono teste pensanti che sono in grado di valutare ciò che di positivo o di negativo viene fatto alla Scuola.
Le loro proteste in questo momento sono indirizzate contro il DDL ex Aprea, che cancella gli organi collegiali (decreti delegati del 1974) che annulla la loro partecipazione democratica attraverso le assemblee d’istituto, che introduce nel cosiddetto Consiglio dell’Autonomia soggetti privati. Legittime preoccupazioni sullo status di Scuola Pubblica e sulla sua gestione trasparente e democratica, a cui noi docenti ci associamo con ferma determinazione, ribadendo ad oltranza la difesa della Scuola Pubblica e della nostra professionalità.