lunedì 12 novembre 2012

Appello allo sciopero di mercoledì 14 novembre 2012

Il Governo Monti e l’Unione Europea, per salvare le banche e risanare i debiti provocati dalla speculazione finanziaria, impongono ai cittadini politiche di austerity e privatizzazione che cancellano i diritti dei lavoratori, smantellano il welfare state e rendono precarie le vite. In questa prospettiva va inserito l’ennesimo grave e drammatico attacco portato alla Scuola Pubblica Italiana, che colpisce la dignità e le condizioni di vita degli insegnanti e lede irrimediabilmente il diritto allo studio. I tecnici al potere, infatti, non considerano l’istruzione una risorsa democratica per uscire dalla crisi, ma una spesa inutile da tagliare.
Contro tale logica, che penalizza ulteriormente le fasce sociali più oneste e più deboli del Paese, il coordinamento “Insegnanti Lametini” invita i colleghi docenti ad aderire allo SCIOPERO GENERALE EUROPEO di mercoledì 14 novembre 2012 e a partecipare alla manifestazione che partirà alle ore 9.00 da piazza della Repubblica al fianco degli Studenti Medi Lametini.
Chiediamo:
- una scuola democratica, pubblica e gratuita;
- una scuola equa e che rimuova gli “ostacoli di ordine economico e sociale” per dare a tutti le stesse opportunità e pari dignità;
- una scuola sicura con classi fino a 25 alunni nel rispetto della normativa vigente;
Siamo contro:
- il ddl 953 (Aprea-Ghizzoni), alla votazione al Senato, che prevede lo smantellamento degli organi collegiali e la sottomissione delle scuole agli interessi privati;
- la cancellazione di ogni ipotesi dell’innalzamento dell’orario, da riproporre strategicamente dopo le elezioni o al prossimo CCNL;
- i tagli previsti dalla spending review e gli ulteriori accorpamenti degli istituti;
- il CONCORSO COSIDDETTO “TRUFFA” che umilia i precari e spreca denaro pubblico e cancella lista d’attesa di migliaia di docenti;
- i corsi di riconversione su sostegno che creano esuberi su esuberi, mortificando la didattica e le categorie lavorative in esubero.
INSEGNANTI LAMETINI PREOCCUPATI PER IL FUTURO DELLA SCUOLA PUBBLICA