PSP PARTIGIANI DELLA SCUOLA PUBBLICA ( E LE SIGLE ADERENTI) A TUTTI I
SINDACATI CHE (NON) CI RAPPRESENTANO
Noi vi accusiamo Sindacati
confederali!
Ancora non
comprendiamo l’immobilismo che ha
contraddistinto voi FLC CGIL, CISL, UIL e SNALS CONFSAL nei giorni successivi
allo sciopero oceanico del 5 Maggio 2015.
Avete preso
tempo, atteso, riflettuto, senza rispondere ai nostri inviti, agli
incoraggiamenti, agli incitamenti alla lotta, minacciando trionfalmente un autunno caldo, che ancora attendiamo.
Se pensate di
rappresentare i lavoratori, in questo caso, li avete rappresentati assai male e
ora chiediamo spiegazioni. E non le solite chiacchiere, perché dei giri di
parole e dei parolai ne abbiamo fin sopra i capelli.
Un Movimento
spontaneo come il nostro, forse, andava accolto, compreso, guidato per mano,
perché espressione forte, significativa di una rinascita, di un risveglio categoriale, di una nuova
presa di coscienza. E di certo di nuovi bisogni.
L’attacco alla
scuola è mostruoso, mostruose le prospettive per alunni e docenti. I primi
verranno adoperati senza tutele (né crescenti né decrescenti, giusto per
ironizzare semanticamente), senza retribuzione: è l'Alternanza scuola/lavoro” che legalizza, nei fatti, lo
sfruttamento degli alunni dai 16 ai 19 anni, giocando sulle loro aspettative e,
cosa ancora più grave, sui loro bisogni, presenti e futuri.
Le famiglie pensano che finalmente i
propri figli potranno svolgere un’esperienza lavorativa costruttiva e
spendibile, ma capiranno presto che i risvolti sono altri.
I genitori più
attenti lo hanno già compreso ed hanno iniziato l’azione di contrasto, quelli
un po’ distratti li stiamo aspettando.
Le scuole
verranno privatizzate, è questo il vero motivo per il quale tra le deleghe in
bianco ce n’è una che riguarda la scuola
dell’infanzia, così da poter decidere unilateralmente del destino di quel
segmento di istruzione. Infatti la legge 107 ha escluso dal piano assunzionale
solo i docenti dell’Infanzia e al comma 181 prevede il cofinanziamento di costi
di gestione e la compartecipazione di enti territoriali e famiglie. Tutto
questo verso quali prospettive proietta la scuola dell’Infanzia? Verso la
privatizzazione con servizio esternalizzato e a pagamento da parte delle
famiglie? I danni già le famiglie li vivono se pensiamo che in molti comuni non
c’è l’asilo nido comunale, perché quelli privati, sovvenzionati anche con fondi
degli enti territoriali, sopperiscono a tale servizio che la Costituzione,
all’art. 33, vuole che sia statale. In Piemonte una legge regionale aveva
addirittura assegnato capacità di veto alle scuole private nel caso in cui
l’istituzione di una scuola pubblica avesse intaccato, riducendolo, il proprio
bacino di utenza.
Poi c’è la possibilità
di investire nelle scuole da parte dei privati con un recupero del 65% delle
somme donate, perché la scuola è ormai un “brand”, secondo il sottosegretario
Faraone, e quindi è giusto concedere ai privati uno “School Bonus” in cambio
dell’adozione delle scuole a cui offrire magari servizi e prodotti e, in
restituzione a queste “elargizioni” pseudo mecenatiche, defiscalizziamo chi
finanzia progetti. Ora le aziende e i privati in genere quali scuole
finanzieranno? La risposta la conosciamo tutti ed infatti si è parlato subito
di scuole di serie A e B, dimenticando, questo Governo, che il dettato
costituzionale dice altro e cioè che al centro si trova la “responsabilità”
dello Stato di garantire un’istruzione di qualità per TUTTI.
I docenti, in un sol colpo, hanno dovuto
sopportare un comitato di valutazione che elaborerà criteri arbitrari e
difformi ovunque; un dirigente scolastico che, forse, avrà più potere di un
dirigente d’azienda, decidendo quale sarà il progetto formativo della propria
scuola in un triennio, quali docenti assumere, quali mandare nell’albo
territoriale; gli albi territoriali con un ruolo regionale per i docenti, con
la perdita della titolarità presso un’istituzione scolastica precisa, in un
preciso comune, rischiando, magari a fine carriera, di essere sballottati
chissà dove; un bonus di 500 euro
per formarsi mentre il contratto è fermo da sei anni e la perdita in termini
economici si avvicina in media ai 9000 euro lordi circa all’anno a docente; la perdita degli
scatti al posto dei quali, solo una parte dei docenti a discrezione del
dirigente, avrà un aumento che pare si aggiri intorno ai 6 euro circa al mese.
In tutto
questo, dopo la sentenza della Corte di
Giustizia del 26 novembre 2014 che obbligava lo Stato italiano ad assumere
i precari storici, il Governo si è inventato un piano macchinoso di assunzioni
in cui chi aveva maturato più punti negli anni, perché vantava maggiore
esperienza, si è ritrovato ad essere assunto, spesso non sulla disciplina su
cui ha sempre insegnato, ma sul sostegno, fuori provincia (cosiddetta fase B) e
colleghi con meno punti invece, in fase C, sono stati assegnati alle proprie
province e sulla materia. Mentre si
preparava tutto questo, VOI SINDACATI, rappresentanti la categoria, dove
eravate?
Forse al tavolo
delle decisioni, incerti se porre veto perché il rischio era saltare da quella
sedia su cui ormai vi siete arroccati? Perché non avete cercato nei lavoratori
della scuola un appoggio realistico, senza incertezze, senza mezze misure e
pure, se fosse stato il caso, contra legem, visto che si discuteva
dell’esistenza e sopravvivenza di una categoria di tale importanza? Cos’è
quella che qui mettiamo nero su bianco, senza timore alcuno: una istigazione
all’eversione? No alla difesa della scuola, di ciò che rappresenta per noi
docenti e per il futuro degli alunni. Liberi da interessi di lobbies, da
commerci culturali, da imposizioni liberticide.
La Riforma
Renzi-Giannini é una norma-colabrodo e non é difficile evidenziarne le
incoerenze con la Costituzione e le leggi vigenti ( la più evidente la 241/90
sulla trasparenza nelle pubbliche amministrazioni) basta volerlo! Le RSU sono
capillarmente distribuite in tutti gli istituti italiani, non dovrebbe essere
impossibile per loro intervenire su quegli aspetti, di volta in volta in cui la
norma viene applicata! Ci attendiamo di essere smentiti da fatti concreti, ci
attendiamo una risposta forte da tutte quelle RSU che sono estranee alla linea
dei vertici delle sigle sindacali confederali, affinché quella politica
trasformista che ha distrutto l'identità del PD non distrugga anche quella di
FLC CGIL ,CISL , UIL, GILDA e SNALS CONFSAL, con danno irreparabile per i
lavoratori!!!!
Infine lanciamo un appello: Noi docenti PSP e tutte le
sigle aderenti, tesserati e non, chiediamo alla base dei Confederali di avviare
una seria ristrutturazione interna pretendendo dimissioni dei vertici sindacali
immediate e irrevocabili. Chiediamo un radicale cambio di rotta, iniziative
unitarie di lotta, sciopero e manifestazione nazionale contro la Legge 107, Rsu
operative su programmi di contrasto concreti ed efficaci.
Sigle aderenti
1) Partigiani della Scuola
Pubblica
2) Docenti per la Scuola Statale
Pubblica
3) Associazione "Per la
Scuola della Repubblica" Lamezia
4) Waterlooscuola
5) Movimento docenti autoconvocati
Cosenza
6) Comitato per la scuola della
Repubblica Catanzaro e provincia
7) Illumin'Italia