Secondo gli Insegnanti calabresi- PSP, non è sicuramente degna
di meraviglia la notizia che in tutti i collegi docenti in cui si sta votando
in questi giorni per eleggere il Comitato di valutazione, la percentuale dei
voti validi si attesti al 13%, ovvero qualcosa come 10 su 130. Le schede
invalidate vengono consegnate alle urne in bianco, oppure con insulti alla
riforma e ai suoi promotori. Un autentico fallimento, se si pensa che si sta
verificando che le candidature più diffuse per questo incarico malvisto e non
retribuito siano quelle delle R.S.U. , che, vogliamo pensare, per un malinteso
senso del loro ruolo di garanti dei lavoratori, si affrettano a far funzionare
un organo a cui proprio i sindacati hanno sempre dichiarato la propria
contrarietà. Curiose appaiono le contraddizioni in cui sempre più spesso
ultimamente si trovano i Sindacati nel loro ruolo di mediatori.
Questi esiti delle votazioni dei Collegi, a prescindere dalla
loro validità formale (che rilevanza può esprimere in democrazia un 13% ?!?),
dimostrano solo un dato incontrovertibile: i docenti, che le R.S.U. pensano di
tutelare all’interno di un sistema destituito di condivisione non ci tengono a
rimanere all’interno di questo sistema, perché non ci credono, perché non ne
vogliono subire i contraccolpi sulla propria professionalità nella
consapevolezza che questa Riforma non servirà a far funzionare la scuola della
Costituzione, ma solo la scuola del
Padrone.
Il ruolo di mediatori ricoperto dai Sindacati può riguardare i
mezzi, non gli obiettivi che per la Legge 107/2015 non possono essere
circoscritti alla mera questione contrattuale . E’ infatti cosa acclarata che
l’intero testo normativo della Riforma oltre a demolire i diritti dei
lavoratori e degli utenti del servizio, comporta una seria compromissione del
funzionamento dell’istituzione scolastica, essendo in contrasto sia con la
Costituzione che con la legislazione vigente, incrementa inoltre i rapporti
disfunzionali tra Iavoratori colpendo l’efficacia dell’azione
didattico-formativa della scuola. I Sindacati, anche sulla questione
dell’elezione del Comitato di valutazione, dovrebbero prendere atto una buona
volta delle vere aspettative dei docenti nei loro confronti, usando quel senso
di responsabilità che unisce nella lotta, non quello che da un po’ di tempo a
questa parte li ha trasformati agli occhi dei lavoratori nei “capponi di Renzi”
esponendo l’intera categoria a dei rischi molto più seri di quelli connessi ad
un contratto scaduto da sei anni, che è solo una delle tante rivendicazioni
legittime da far valere con forza! I docenti si attendono dai Sindacati dei
programmi seri di contrasto alla legge 107, unità di intenti e di azione,
coerenza e costanza, e non ci sono molti dubbi su come vengano interpretate le
loro candidature in seno ai Comitati di valutazione.