martedì 10 novembre 2015

I Comitati di valutazione eletti con percentuali risibili e la strategia ipocrita dei sindacati con le rsu infiltrate nel CDV

Secondo gli Insegnanti calabresi- PSP, non è sicuramente degna di meraviglia la notizia che in tutti i collegi docenti in cui si sta votando in questi giorni per eleggere il Comitato di valutazione, la percentuale dei voti validi si attesti al 13%, ovvero qualcosa come 10 su 130. Le schede invalidate vengono consegnate alle urne in bianco, oppure con insulti alla riforma e ai suoi promotori. Un autentico fallimento, se si pensa che si sta verificando che le candidature più diffuse per questo incarico malvisto e non retribuito siano quelle delle R.S.U. , che, vogliamo pensare, per un malinteso senso del loro ruolo di garanti dei lavoratori, si affrettano a far funzionare un organo a cui proprio i sindacati hanno sempre dichiarato la propria contrarietà. Curiose appaiono le contraddizioni in cui sempre più spesso ultimamente si trovano i Sindacati nel loro ruolo di mediatori.
Questi esiti delle votazioni dei Collegi, a prescindere dalla loro validità formale (che rilevanza può esprimere in democrazia un 13% ?!?), dimostrano solo un dato incontrovertibile: i docenti, che le R.S.U. pensano di tutelare all’interno di un sistema destituito di condivisione non ci tengono a rimanere all’interno di questo sistema, perché non ci credono, perché non ne vogliono subire i contraccolpi sulla propria professionalità nella consapevolezza che questa Riforma non servirà a far funzionare la scuola della Costituzione, ma solo  la scuola del Padrone.
Il ruolo di mediatori ricoperto dai Sindacati può riguardare i mezzi, non gli obiettivi che per la Legge 107/2015 non possono essere circoscritti alla mera questione contrattuale . E’ infatti cosa acclarata che l’intero testo normativo della Riforma oltre a demolire i diritti dei lavoratori e degli utenti del servizio, comporta una seria compromissione del funzionamento dell’istituzione scolastica, essendo in contrasto sia con la Costituzione che con la legislazione vigente, incrementa inoltre i rapporti disfunzionali tra Iavoratori colpendo l’efficacia dell’azione didattico-formativa della scuola. I Sindacati, anche sulla questione dell’elezione del Comitato di valutazione, dovrebbero prendere atto una buona volta delle vere aspettative dei docenti nei loro confronti, usando quel senso di responsabilità che unisce nella lotta, non quello che da un po’ di tempo a questa parte li ha trasformati agli occhi dei lavoratori nei “capponi di Renzi” esponendo l’intera categoria a dei rischi molto più seri di quelli connessi ad un contratto scaduto da sei anni, che è solo una delle tante rivendicazioni legittime da far valere con forza! I docenti si attendono dai Sindacati dei programmi seri di contrasto alla legge 107, unità di intenti e di azione, coerenza e costanza, e non ci sono molti dubbi su come vengano interpretate le loro candidature in seno ai Comitati di valutazione.