lunedì 19 ottobre 2015

Gli Insegnanti Calabresi e “Miseria Ladra” per un reddito di dignità




Ieri 17 ottobre si è svolta a Cosenza, in piazza XI Settembre, la campagna Miseria Ladra, una giornata contro la disuguaglianza sociale e la povertà. Il Movimento dei docenti autoconvocati è stato tra i promotori nella citta bruzia di questa importante giornata di solidarietà e sensibilizzazione.
La scuola con il 17% di dispersione scolastica vive drammaticamente il problema del reddito di dignità. Sempre più alunni lasciano i banchi di scuola in cerca di un lavoro, perché la famiglia non può mantenerli agli studi, sperando così di affermare la loro dignità esistenziale, mentre spesso finiscono con il perderla completamente, circuiti da mafia e corruzione sociale che in tale disuguaglianza si alimentano. E se l’articolo 3 della Costituzione afferma che è compito della Repubblica rimuovere ogni ostacolo di tipo economico e sociale affinché ciascuno possa aver garantita la libertà e l’eguaglianza, allora è necessario il riconoscimento di un reddito minimo che sia considerato un investimento sociale e non un costo, come molti credono.  Molti alunni, che versano in condizioni economiche disperate, si vedono, loro malgrado, privati del diritto allo studio e alla formazione, ma se avessero un sostegno economico di certo molti di loro potrebbero continuare a costruire il proprio futuro, potrebbero lottare con dignità per il loro progetto di integrazione sociale.
Un reddito di dignità potrebbe e dovrebbe garantire tutto questo, senza costringere nessuno ad un lavoro “ad ogni costo, purché sia”, fuori dall’assistenzialismo e dalla deriva “workfarista” che potrebbe sollecitare, se non impostato correttamente in una politica rigorosa e rispettosa dei diritti della persona. I principi sottesi al reddito minimo devono certamente stabilire regole per la sua attribuzione, partendo però da un’idea di individualità e sufficienza, e non come prevede invece il REIS (reddito di inclusione sociale) l’attribuzione dello stesso al capo famiglia con una impostazione maschilista e familista. Anche Landini, superata l’idea della retribuzione legata alla prestazione lavorativa necessaria, ha accolto nella sua idea di Coalizione sociale la necessità di una negoziazione sociale anche riguardo al reddito minimo, ossia di una nuova complessiva interazione, capace di definire scelte politiche e sociali pertinenti e sostenibili in un welfare sociale che promuova offerte percorribili, e tra queste il reddito minimo ha un ruolo prioritario e non può più attendere.
Accogliamo dunque tale proposta, evidenziando infine che il programma dell’alternanza scuola-lavoro contenuto nella Legge 107/2015, cosiddetta Buona Scuola, a nostro parere, va in direzione contraria, legalizzando una forma di lavoro che nei fatti è mero sfruttamento degli studenti: un lavoro a qualunque costo, per rendersi utili agli occhi della comunità. A questo diciamo perentoriamente NO! Con l’auspicio di restituire agli alunni il loro diritto allo studio. Nient’altro.