sabato 31 ottobre 2015

Feudalesimo alla riscossa!



di Rosanna Giovinazzo
Oggi, esattamente come nel Feudalesimo, il dominio dell'economia sulla vita pubblica e sui diritti, è determinante. Con la differenza che allora si trattava della ricchezza terriera, oggi della ricchezza finanziaria, con conseguente sottomissione di una moltitudine di uomini ad alcuni potenti, siano essi finanzieri, tecnici o burocrati, che detengono il potere economico. Quella attuale è dunque una nuova forma di feudalesimo, che sottrae la sovranità agli Stati e alle sue istituzioni, in modo analogo a quanto accadde all’epoca della ritirata dello Stato, il Sacro Romano Impero, che abbandonò a se stesse relazioni economiche dominate da rapporti di lavoro servili, determinando, appunto, la nascita del Feudalesimo.
 Il trasferimento della sovranità dello Stato democratico al Leviatano tecnocratico, ha comportato e sta comportando una revisione totale dei diritti dei cittadini e delle istituzioni democratiche, che sembrano assolvere male o addirittura non assolvere per nulla alle loro funzioni, dedite come sono ormai più all'esecuzione delle decisioni di gerarchie esterne e nemiche giurate del Bene comune, che al progresso umano, culturale e sociale dei popoli.
 L’ossessione del neoliberismo, per lo smantellamento dello Stato a favore del libero mercato, è quanto di più feudale ci possa essere. Credo, infatti, che le antiche fiere medievali, dove i mercanti potevano minacciare le autorità locali di spostare il loro mercato altrove se le condizioni offerte dalla città non fossero state convenienti, siano il modello di riferimento dei moderni neoliberisti.
 Neoliberismo, tecnocrazia: novello feudalesimo, pericolosissimo, soprattutto quando investe i gangli vitali della società: Sanità e Scuola. Soffermandomi su quest’ultima istituzione, che è il settore che mi interessa in quanto docente ( ah, dimenticavo…nel comma 200 della legge 107/2015 la parola «docente,» è soppressa!! Forse ci chiameranno facilitatori??!!), e sulla nuova legge populisticamente denominata Buona scuola, che l’ha definitivamente trasformata in azienda, per cui il linguaggio ad essa più consono è quello liberal-verticistico-finanziario, non certo valoriale e didattico, posso affermare che il feudalesimo, iniziato a farsi strada da un bel po’, si sta consolidando, oggi, nelle forme più odiose. Trasferendo provocatoriamente il contesto scolastico, anche linguisticamente, nell’antico mondo di dame, cavalieri, castelli, abbazie, vassalli, fossati, ponti levatoi  e servi della gleba, ci accorgeremo, di quante e tante siano le somiglianze.
 Glossarietto feudo-scolastico:
 INVESTITURA Cerimonia con cui, nel sistema feudale, si trasmetteva ad altri un diritto. Fu utilizzata soprattutto per dare in beneficio un bene, in cambio del giuramento di fedeltà vassallatica. Nel sistema feudo-scolastico: investitura di incarichi funzionali, tramite elezioni con tanto di seggio elettorale ma, spesso, con precedenti accordi e accanite e all’ultimo fendente campagne elettorali (un po’ come succede nelle ben più lucrose ed importanti competizioni elettorali); oppure, come incarico di fiducia del dirigente, che non sceglierà certo tra chi dissente dal sistema. Il giuramento di fedeltà vassallatica vien da sé, ovviamente. In molti casi, le investiture si moltiplicano nella stessa persona, che diventa così una e trina o addirittura “quattrina” e “cinquina” rivestendo molti e meritati incarichi.
 VASSALLO Uomo legato da un giuramento di vassallaggio a un signore, a un ente religioso. Il vassallo si impegnava alla fedeltà, all'aiuto militare e al consiglio in cambio di protezione, di un beneficio o di un feudo. Nel sistema feudo-scolastico, docente-vassallo è chi, completamente asservito e fedele, in nome dell’alto spirito di sacrificio e di dedizione assoluta alla scuola, è un occhio ed un orecchio in più del dirigente, pena la terribile accusa di FELLONIA consistente nel tradimento degli obblighi di fedeltà feudale esistenti tra il signore e il vassallo, giurati al momento dell'investitura. Ma, accanto ai vassalli maggiori, vi sono anche quelli minori: valvassori e valvassini, che pendono dalle labbra del vassallo maggiore alla ricerca di qualche posticino, di qualche incaricuccio che li possa far sentire, anch’essi, poverini, un po’ protagonisti. E passino i vassalli maggiori che godono dei cosiddetti BENEFICI, primo fra tutti il sentirsi potenti, con schiere di accoliti che ad essi si rivolgono anche per semplici nugae (bazzecole), e poi anche di bei soldoni, ma i valvassori ed i valvassini, quelli proprio no, stento a comprenderli, tanto da provare per loro un’umana pietas. Certo è che trattasi di personcine un po’ meno intelligenti, o forse no, dipende da come andranno le cose da qui a qualche anno ancora…
Ma non finisce qui: così come con Il capitolare di Quierzy, emanato da Carlo il Calvo nell'877, venne sancita l'ereditarietà dei feudi maggiori e con la Constitutio de feudis, editto emanato dall'imperatore Corrado II il Salico nel 1037, si riconobbe l'ereditarietà anche dei feudi minori, nel mondo feudo-scolastico, accade spesso che i vassalli maggiori o minori che siano, pur non potendo lasciare in eredità ai loro figli il loro incarico, ricoprano però lo stesso incarico per omnia saecula saeculorum. E giù giù chi c’è? Ma è ovvio: la SERVITU’ DELLA GLEBA, i docenti che entrano nelle classi, pensano a lavorare e a comportarsi bene, perché poi dovranno essere valutati (se faranno richiesta…ma sì, molti richiederanno di essere sottoposti al Comitato di valutazione, alias GRAN CONSIGLIO DI CORTE, considerata l’elevata diffusione di una malattia che li tormenta: fortissima cervicale che li costringe a non alzare la stessa…) e perché la legge 107, li precarizza tutti e li priva pian pianino della libertà d’insegnamento, unica loro certezza fino all’altro ieri. E poi, dovranno sottoporsi alla CORVÉE, che nel Medioevo indicava una prestazione d'opera obbligatoria consistente in alcune giornate di lavoro che il colono residente nella pars massaricia doveva prestare gratuitamente sulla pars dominica della villa. Nel mondo feudo-scolastico, ad onor del vero, non è ancora obbligatoria, ma di fatto è tale, perché bisogna provvedere, impiegando denaro, tempo ed energia, a sopperire a mancanze ed inefficienze del sistema scuola, ad esempio, comprare la carta per le fotocopie, fare salti mortali per fare lezione in classi numerosissime e, nel contempo, controllare l’alunno iperattivo o con gravi sindromi che non scappi fuori dall’aula o che si faccia male ecc.ecc.
 E, dulcis in fundo, la SIGNORIA BANNALE che nel Medioevo indicava lo sviluppo dei poteri giurisdizionali del signore oltre l’area delle terre di proprietà, su un territorio dunque non limitato al patrimonio fondiario. Nel mondo feudo-scolastico, stante la legge 107, i poteri del dirigente-manager, cresciuti a dismisura, dunque andati oltre l’area di competenza che anche soltanto il buon senso avrebbe dovuto limitare, rischiano di sfociare in abuso e strapotere.
 Altro sarebbe stato poter scrivere un testo simile, comparando la nostra epoca all'Umanesimo ed al Rinascimento, ma è purtroppo questo il nostro tempo: un inno all’involuzione, un considerare le conquiste di civiltà un intralcio, come per esempio la Costituzione, l’attenzione ai diritti di tutti, il culto della Bellezza.
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