Una delegazione di “Insegnanti
calabresi” ha presenziato alla Festa dell’Unità svoltasi a Catanzaro Lido, in
Piazza Dogana, nelle serate del 17-18-19 settembre, distribuendo volantini ed
esibendo cartelli-denuncia contro la Riforma Renzi-Giannini.
La prima sera la delegazione
degli “insegnanti calabresi” ha atteso il Governatore della Calabria, Mario
Oliverio, pronta a contestare il suo operato in tema di politiche scolastiche,
ma questi ha pensato bene di dirottare
la sua presenza altrove facendosi
attendere invano fino alle 23:00 circa.
In contemporanea a quanto
avveniva nella piazza catanzarese, anche a Ferrara i docenti contestavano a
lungo Il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, che ha dovuto lasciare la
Festa dell'Unità replicando quanto accaduto già in occasione della stessa
ricorrenza a Bologna.
Invece a Catanzaro, Il pubblico
della festa ha manifestato curiosità ed interesse verso l’iniziativa dei
docenti, i quali si sono anche conquistati la solidarietà di esponenti del PD
locale, in contrasto con la linea seguita dal PD nazionale, rispetto al quale
su sempre più argomenti ammettono di prendere le distanze.
Comune a tutti gli interventi sul
palco in queste tre serate il rilievo del mancato ascolto manifestato dal
governo rispetto alle problematiche locali, ed il disappunto rispetto ad una
conduzione della coalizione sempre più inconfutabilmente allineata su posizioni
destrorse a sostegno dei poteri forti, che non lasciano alcuno spazio alle
istanze del tradizionale elettorato del PD, sfruttato dagli alti vertici solo
come bacino di voti; una politica, quella della coalizione di governo, che non riflette sulle proprie scelte
limitandosi ad imporle con mezzi sempre meno democratici, con l’oscuramento dell’informazione
nazionale e la soppressione e il
discredito gratuito di ogni voce di dissenso.
Il nostro delegato, prof. Luigi Belcamino, il 18 settembre è
intervenuto sul palco chiarendo quelle che sono le disfunzioni della Riforma
scolastica rispetto all’impianto tradizionale; il 19, la prof.ssa Bianca Laura Granato, in un’intervista
rilasciata alla RTC, in linea con il tema della serata sulla legalità,
denuncia, fra le conseguenze abbastanza realistiche della Riforma in Calabria,
le possibili ingerenze mafiose nella scuola, grazie al ruolo che nella stessa
avranno i privati.
Evidenti sono apparsi il disagio
ed il dissidio vissuti da numerosi esponenti della base PD, coinvolti da sempre
in prima linea, i quali si trovano oggi a dover giustificare una politica che
nemmeno loro condividono, per cui l’unico argomento a sostegno che trovano è il
presunto vuoto nel panorama politico avversario.
Vuoto che invece, in presenza
di un’altra delegazione dello stesso collettivo docenti, a Cosenza, il 19 settembre, in contemporanea, veniva smentito dalla limpida
e insopprimibile voce del giudice Ferdinando Imposimato, che, forte della
Costituzione, denunciava invece l’attacco grave alla democrazia che in questi
anni il governo sta portando avanti su tematiche quali l’istruzione, il cd. Italicum, lo “sblocca-Italia”.
Intervenuto all’interno della festa del Meet-up, su 2 dei 7 temi in programma,
Istruzione ed Onestà e Legalità, dopo aver biasimato la condotta dell'attuale
Presidente del Consiglio per l’arroganza
e l’inadeguatezza del suo operato legislativo, ha
invitato alla “disobbedienza civile contro le leggi criminali fatte da
criminali” e tuonando contro il sistematico smantellamento dei precetti
costituzionali. Nello specifico Imposimato
ha ricordato che la “Buona Scuola” , una legge “scritta coi piedi”
trasgredisce in maniera grave gli articoli 3, 33, 41 e 97 della Costituzione.
Il governo legifera con testi
incomprensibili e volutamente ambigui, perché gli abusi si moltiplichino a
dismisura, questo è il parere di Imposimato.
Associandoci al popolo nutrito e
indomito che difendeva la scuola pubblica a Ferrara il 17 settembre scorso, ci
chiediamo quindi:
“E' democratico da parte del
governo aver violato la sovranità popolare procedendo d'imperio attraverso una
proposta di legge blindata, ponendo il voto di fiducia ed utilizzando lo
strumento delle deleghe in bianco?
E' democratico impedire il
dibattito e il libero confronto su una legge da cui dipenderà il futuro del
Paese come è avvenuto nell'ultimo anno?
E' democratico ignorare le
richieste di ascolto di chi nella scuola opera e vive quotidianamente?
E' democratico strutturare la
scuola in modo conflittuale e competitivo creando così istituti di serie A e
serie B?
E' democratico aver eluso le
richieste di dialogo e concertazione provenienti dalle Organizzazioni Sindacali
e aver ignorato il più grande sciopero della storia della scuola come quello
del 5 maggio 2015?”
Infine noi docenti di ruolo, che
vogliamo definirci “partigiani resistenti” in difesa della Scuola Statale
Pubblica, lanciamo un appello di
sostegno a tutte le forze politiche sane che condividono le nostre motivazioni
e che intendono operare in tutti i modi e con tutti i mezzi possibili per
ottenere la sostituzione di questa
dannosa e pessima riforma.